Sicurezza Biologica 

 

Contenuti della pagina

Introduzione

Norme generali

Aerosol

Principi di funzionamento e precauzioni da adottare nelle manipolazioni in cabine biohazard

Caratteristiche progettuali dei laboratori di biosicurezza

Laboratori con livello di biosicurezza 1 e 2

Laboratori con livello di biosicurezza 3

Laboratori con livello di biosicurezza 4

Indumenti per la protezione da agenti biologici

Linee Guida ISPESL sull'attività di sterilizzazione quale protezione collettiva da Agenti Biologici per l'Operatore delle Strutture Sanitarie (D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.)

 

 

Introduzione

Esposizione al rischio biologico

Uso deliberato di microrganismi

Rischio potenziale di esposizione

Le più importanti attività lavorative che possono comportare rischio potenziale di esposizione ad agenti biologici sono le seguenti:

Gli agenti biologici, definiti secondo il D.Lgs 81/2008, Titolo X come "qualsiasi microrganismo anche geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie, intossicazioni", sono stati classificati secondo un criterio di pericolosità tenendo conto delle condizioni prevalenti nell'area geografica presa in considerazione. L'allegato XLVI riporta l'elenco degli agenti biologici con la relativa attribuzione ai gruppi 2, 3 e 4.

Agente biologico di gruppo 1
(nessuno o basso rischio individuale e collettivo)
Un agente che con poca probabilità è causa di malattie nell’uomo o negli animali.
Agente biologico di gruppo 2
(moderato rischio individuale, limitato rischio collettivo)
Un agente patogeno che può causare malattie nell’uomo o negli animali, ma che è poco probabile che costituisca un serio pericolo per chi lavora in laboratorio, per la comunità, per il bestiame e per l’ambiente. Le esposizioni in laboratorio possono causare patologie, ma sono disponibili trattamenti efficaci e misure preventive e il rischio di diffusione è limitato.
Agente biologico di gruppo 3
(elevato rischio individuale, basso rischio collettivo)
Un agente patogeno che usualmente causa gravi patologie nell’uomo o negli animali e costituisce un serio rischio per i lavoratori. Difficilmente si propaga nella comunità e comunque sono disponibili efficaci misure terapeutiche e preventive.
Agente biologico di gruppo 4
(elevato rischio individuale e collettivo)
Un agente patogeno che normalmente provoca gravi patologie nell’uomo e negli animali, costituisce un serio rischio per i lavoratori e può propagarsi rapidamente nella comunità. Non sono di norma disponibili efficaci misure terapeutiche e preventive.


Gli obblighi del datore di lavoro, il contenimento e le misure di prevenzione e protezione dei lavoratori sono condizionati dalla differente pericolosità dei microrganismi.

Trasmissibilità capacità di essere trasmesso da infetto a suscettibile
Infettività capacità di penetrare e moltiplicarsi nell'ospite
Patogenicità capacità di produrre malattia a seguito di infezione
Neutralizzabilità disponibilità di misure profilattiche e/o terapeutiche


Gli
adempimenti sono diversi a seconda che si utilizzino agenti biologici rispettivamente dei gruppi 2 e 3 da un lato e 4 dall'altro. Nel primo caso il datore di lavoro dovrà limitarsi a darne comunicazione alla Unità Sanitaria Locale almeno 30 giorni prima dell'inizio dell'attività; invece nel caso di microrganismi del gruppo 4 è necessaria una specifica autorizzazione da parte del Ministero della Sanità.

L'utilizzo di microrganismi geneticamente modificati è regolamentato con il Decreto Legislativo 206/01 (vedi qui per una sintesi della normativa a tale riguardo).

Norme generali

  1. Proibito fumare, mangiare, bere e tenere cibo o tabacco in tutte le zone dove sono tenuti o maneggiati materiali biologici pericolosi.
  2. Ogni volta che si maneggiano sangue, liquidi biologici e qualsiasi altro materiale proveniente dall'uomo o dagli animali indossare guanti monouso in vinile (questi ultimi da preferire perchè non provocano allergie), indumenti protettivi quali camice con maniche lunghe e eventuale sovracamice idrorepellente in TNT (tessuto non tessuto), occhiali e visiera.
  3. Togliersi gli indumenti protettivi e i guanti quando si lascia il laboratorio. I guanti non devono mai essere riutilizzati.
  4. Non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si è maneggiato materiale potenzialmente infetto.
  5. Rispettare le norme igieniche, lavarsi le mani frequentemente e ogni qualvolta ci si contamini o immediatamente dopo aver rimosso i guanti.
  6. Non pipettare con la bocca, usare solo pipettatrici meccaniche.
  7. Prendere precauzioni per prevenire danni dovuti all'utilizzo di oggetti taglienti.
  8. E' vietato reincappucciare gli aghi: è necessario riporli direttamente negli appositi contenitori.
  9. Eliminare le punte delle micropipette in contenitori di plastica rigida.
  10. Usare cappe adeguate per il livello di contenimento, in relazione al grado di pericolosità dei microrganismi e per tutte quelle procedure che possono provocare aerosol.
  11. Decontaminare le superfici di lavoro e gli strumenti ogni giorno o dopo uno spandimento. Si possono utilizzare diluizioni di ipoclorito di sodio 1:5 (varechina comune) o altri disinfettanti in alternativa.
  12. Nel caso si maneggi materiale di provenienza umana si consiglia la vaccinazione antiepatite B.
  13. Nelle aree dove sono utilizzati materiali biologici pericolosi devono essere posti segnali di avvertimento per rischio.

  Aerosol

Si tratta di una miscela bifasica con una fase disperdente aeriforme ed una fase dispersa liquida o solida, avente un certo carattere di stabilità. Distinguiamo due tipi fondamentali di aerosol:

La disseminazione sotto forma di aerosol rappresenta una rilevante fonte di dispersione nell’atmosfera di materiale infetto e costituisce una delle più frequenti modalità di contaminazione ambientale, tanto più pericolosa in quanto non visibile.

Tutte le tecniche di laboratorio, anche le più comuni, provocano la formazione di aerosol.

Alcuni esempi di cause più importanti di dispersione nell’aria di aerosol patogeni sono i seguenti:

Date le ridottissime dimensioni delle particelle che li compongono, si diffondono rapidamente nell’ambiente: contaminano persone, superfici e strumenti, si possono insinuare nei canali di aerazione raggiungendo in breve altri laboratori, uffici e degenze anche lontane dal luogo di origine. In seguito all’inalazione di aerosol patogeni si possono così contaminare non solo l’operatore, ma i colleghi presenti nello stesso locale e altro personale presente nell’edificio.

Una drastica riduzione degli aerosol si ottiene utilizzando apparecchiature moderne e conformi alle normative vigenti (centrifughe, cappe biohazard, pipettatori automatici ecc...) progettate in funzione della sicurezza.

La cappa biohazard è uno degli elementi più importanti di contenimento fisico primario del rischio biologico durante le lavorazioni (manipolazione deliberata o rischio potenziale) per assicurare la protezione dell’operatore e del prodotto e per prevenire la dispersione di aerosol nell’ambiente.

 

Attrezzature che possono essere fonte di rischio
Attrezzatura Rischi
Aghi ipodermici Inoculazione accidentale

Produzione di aerosol

Spandimenti

Centrifughe Produzione di aerosol

Imbrattamenti

Rottura di provette

Ultracentrifughe Produzione di aerosol

Imbrattamenti

Rottura di provette

Giare per incubazioni anaerobiche Esplosione

Dispersione di materiale infettivo

Essiccatori Implosione

Dispersione di frammenti di vetro e di materiale infettante

Omogenizzatori

Trituratori di tessuti

Produzione di aerosol

Percolamenti

Rottura di contenitori

Sonicatori

Lavaggio a ultrasuoni

Produzione di aerosol

Danni all’udito

Dermatiti

Agitatori di colture

Scuotitori

Produzione di aerosol

Spruzzi

Spandimenti

Liofilizzatori (essiccatori a freddo) Produzione di aerosol

Contaminazioni per contatto diretto

Bagnomaria Crescita di microrganismi

La filtrazione assoluta dell’aria (filtri HEPA)

I filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air filter) sono in grado di trattenere il 99,999% di particelle con diametro uguale o superiore a 0,3 µm presenti nell’aria che li attraversa. Considerando che la maggior parte dei microorganismi patogeni ha un diametro superiore ai 0,5 µm, si può comprendere il successo ottenuto dai filtri HEPA nel campo della sicurezza biologica.

Questi filtri hanno reso possibile la decontaminazione dell’aria senza utilizzare sostanze chimiche o radiazioni. La maggior parte dei microrganismi patogeni ha un diametro superiore a 0,5 micrometri. I virus, sebbene siano di dimensioni nettamente inferiori, vengono trattenuti dai filtri assoluti grazie a diversi effetti fisici: dalle forze elettrostatiche, all’impatto inerziale, sino alla filtrazione meccanica della particelle di dimensioni maggiori che veicolano il virus. È bene comunque in presenza di virus utilizzare la doppia filtrazione assoluta abbinata alla filtrazione molecolare sul carbone attivo.

Categoria Dimensione
virus 10 - 450 nanometri
batteri 0,3 - 30 micrometri
pollini 10 - 100 micrometri

Il filtro HEPA ha anche la capacità di "raddrizzare" il flusso d’aria che lo attraversa a 0,45 m/sec, generando un flusso d’aria laminare, ossia unidirezionale e privo di turbolenze, ideale per creare ambienti a contaminazione controllata in cui operare su materiale sterile (es. colture cellulari, preparazioni farmaceutiche, e altro).

La possibilità di rimuovere meccanicamente le particelle presenti nell’aria compresi batteri e virus, ha reso possibile la realizzazione di cabine contro rischi biologici e di ambienti a contaminazione controllata (camere sterili e laboratori di sicurezza microbiologica). Nelle cabine di sicurezza microbiologica la zona di lavoro è mantenuta costantemente in depressione rispetto all’ambiente (la cosiddetta "tenuta dinamica") per proteggere gli operatori dal rischio di contaminazione biologica. Tutta l’aria espulsa dalla cabina viene filtrata HEPA per la protezione dell’ambiente e quindi canalizzata all’esterno dell’edificio oppure riciclata nel locale. Le cabine di sicurezza microbiologica (comunemente definite "biohazard" o identificate con l’acronimo MSC per Microbiological Safety Cabinet) sono distinte in tre classi sulla base del loro schema di funzionamento .

 

Classe cabina Gruppo di protezione Utilizzo
classe I   impiegate in tutti i casi in cui non sia indispensabile o prioritario proteggere il prodotto dall’aria presente in laboratorio (es. apertura di campioni biologici da analizzare, come protezione per centrifughe o altri apparati a rischio di aerosol, ecc.).
classe II  A  e B3 I II indicati per rischi biologici medio-bassi (patogeni dei gruppi I-II)
classe II  B1 II III per patogeni del gruppo II e III e per sostanze marcate con traccianti radioattivi a bassa attività
classe II B2 I III per patogeni del gruppo II e III, per colture cellulari trattate con sostanze cancerogene e/o mutagene o marcate con isotopi radioattivi.
classe III IV indicati per rischi biologici alti(patogeni dei gruppi III e IV)

 

Le cabine di classe I sono sostanzialmente simili alle cappe chimiche aspiranti ma dotate di filtro HEPA sul canale di espulsione dell’aria. Sono ottime per la protezione del personale e dell’ambiente ma non proteggono il prodotto in esse manipolato dalla contaminazione esterna. Ingiustamente poco utilizzate in Italia, possono essere vantaggiosamente impiegate in tutti i casi in cui non sia indispensabile o prioritario proteggere il prodotto dall’aria presente in laboratorio.

 

Le cabine di classe II, le più diffuse, offrono un compromesso di protezione prodotto-operatore-ambiente. Mediante una barriera di aspirazione frontale, impediscono all’aria di passare dall’interno all’esterno della cabina verso l’operatore (tenuta dinamica). Un flusso laminare verticale di aria sterile protegge il prodotto nella zona di lavoro. Tutta l’aria viene aspirata, filtrata HEPA e in parte espulsa all’esterno, in parte riciclata dopo filtrazione nella zona di lavoro. Le cappe classe II si distinguono, in funzione dell’aerodinamica interna, in 4 tipi: Classe II tipo A, B1, B2 e B3. I tipi B1, B2 e B3 prevedono l’espulsione obbligatoria dell’aria all’esterno dell’edificio

tipo di barriera velocità media m/sec rapporto % aria riciclata/aria espulsa % aria espulsa all’esterno del locale
Classe I 0,4 - 0,5 0/100 100
Classe II - A e B3 0,4 70/30 0
Classe II - B1 0,5 30/70 70
Classe II - B2 0,5 0/100 100

 

Classe

di biosicurezza

Caratteristiche del flusso

Applicazioni

Chimici tossici non volatili, radionuclidi

Chimici tossici volatili, radionuclidi

I

Frontale; espulsione attraverso il filtro HEPA all'esterno o nella stanza

SI

SI

II, A

70% di aria ricircolata nell'area di lavoro attraverso il filtro HEPA; 30%, tramite il filtro HEPA, nella stanza o canalizzata all'esterno

SI

NO

II, B

L'aria esausta deve passare attraverso un dotto dedicato ed espulsa all'esterno tramite un filtro HEPA

SI

SI (minime quantita')

II, B2

Nessun ricircolo; la totalita' dell'aria esausta e' espulsa all'esterno attraverso un dotto e un filtro HEPA

SI

SI (minime quantita')

II, B3

Come II,A, ma in pressione negativa rispetto alla stanza; l'aria esausta e' espulsa all'esterno attraverso un dotto e un filtro HEPA

SI

SI (minime quantita')

III

L'aria in entrata e in uscita passa attraverso due filtri HEPA posizionati in serie

SI

SI (minime quantita')

 

 

 

Ogni tipo di cabina biohazard ha un proprio campo di applicazione: per esempio i tipi A e B3 sono indicati per rischi biologici medio-bassi (patogeni dei gruppi I-II); il tipo B1 per patogeni del gruppo II e III e per sostanze marcate con traccianti radioattivi a bassa attività; il tipo B2 per patogeni del gruppo II e III, per colture cellulari trattate con sostanze cancerogene e/o mutagene o marcate con isotopi radioattivi.

Le cabine di classe III sono dei glove-box ermeticamente chiusi ("tenuta statica"), dotati di guanti a manicotto per la manipolazione del materiale e di filtri assoluti per la filtrazione dell’aria in entrata e in uscita. La protezione è totale per il personale e l'ambiente mentre il prodotto, sebbene manipolato in ambiente sterile, è a rischio di contaminazioni crociate dovute alla turbolenza del flusso. Le cabine classe III sono poco diffuse; destinate alla manipolazione di patogeni a rischio elevato (classe IV) trovano applicazione solo presso i pochi centri di ricerca.

 

Principi di funzionamento e precauzioni da adottare nelle manipolazioni in cabine biohazard

 

Fumigazione delle cabine microbiologiche

La fumigazione delle cabine microbiologiche è necessaria nei seguenti casi: Non viene effettuata se nella cappa non vengono utilizzati materiali pericolosi.Per la fumigazione viene utilizzata la formaldeide che, essendo una sostanza pericolosa classificata come cancerogena e mutagena, deve essere manipolata solo da personale specializzato, che attuerà tutte le modalità di protezione specifiche richieste. Questa operazione richiede anche tutela nei confronti dei laboratori e degli uffici confinanti, che devono essere avvertiti delle operazioni che vengono eseguite. Inoltre dovrà essere sigillata la stanza nella quale avverrà la fumigazione con formaldeide, nonché interrotta la circolazione dell'aria qualora sia prodotta artificialmente.

 

CARATTERISTICHE PROGETTUALI DEI LABORATORI DI BIOSICUREZZA

Per ogni gruppo di rischio il D. Lgs. 81/08 individua dei livelli di contenimento, per cui i laboratori dove saranno utilizzati i microrganismi sono definiti, in base alle loro caratteristiche progettuali come:

 

LABORATORI CON LIVELLO DI BIOSICUREZZA 1 E 2

Caratteristiche di progettazione degli spazi

Tabella 3. Attrezzature raccomandate

Attrezzatura Rischio evitato Caratteristiche di sicurezza
Cappe di sicurezza biologica

(Classe I)

Aerosol e schizzi Un leggero flusso d’aria entrante dall’apertura di lavoro.

Adeguata filtrazione dell’aria in uscita

Cappe di sicurezza biologica

(Classe II)

Aerosol e schizzi Un leggero flusso d’aria entrante dall’apertura di lavoro.

Adeguata filtrazione dell’aria in uscita.

Cappe di sicurezza biologica

(Classe III)

Aerosol e schizzi Massimo contenimento.
Schermi protettivi Schizzi di prodotti chimici Formano uno schermo tra l’operatore e il lavoro.
Propipette Rischi legati al pipettare a bocca, come ingestione di patogeni, inalazione di aerosol prodotti dalla suzione della pipetta, dal soffiare fuori liquido, dal far gocciolare la pipetta, contaminazione della estremità di suzione delle pipette Facilità d’uso.

Controllo della contaminazione della estremità di suzione della pipetta per proteggere la propipetta, l’operatore e il circuito del vuoto.

Possibilità di sterilizzazione.

Controllo di eventuali perdite dalla punta della pipetta

Microinceneritori per anse Schizzi da anse batteriologiche Schermatura mediante tubo di vetro o di ceramica aperto ad un’estremità e riscaldato elettricamente o a gas.
Contenitori a tenuta per la raccolta e il trasporto di materiali infetti da sterilizzare Aerosol, perdite e fuoriuscite Realizzati in modo da garantire la tenuta e dotati di coperchio.

Durevoli.

Autoclavabili.

Autoclavi; manuali o automatiche Materiali infetti (resi sicuri per l’eliminazione o il riutilizzo) Progettazione soggetta ad approvazione.

Efficace sterilizzazione attraverso calore.

Bottiglie con tappo a vite Aerosol e perdite Contenimento efficace.
Protezione del circuito del vuoto Contaminazione del sistema del vuoto del laboratorio con aerosol e liquidi in eccesso Un filtro a cartuccia previene il passaggio degli aerosol (particelle della misura di 0,45 µm).

La bottiglia per i liquidi in eccesso contiene un disinfettante appropriato. Si può usare un bulbo di gomma per chiudere automaticamente il circuito del vuoto quando la bottiglia è piena.

L’intera unità è autoclavabile.

Maschere e occhiali di sicurezza Urti e schizzi Lenti resistenti agli urti (quando necessario devono essere graduate o indossate sopra gli occhiali).

Protezione laterale.

Schermi facciali Urti e schizzi Proteggono l’intera faccia

Facilmente rimuovibile in caso d’incidente.

LABORATORI CON LIVELLO DI BIOSICUREZZA 3

Progettazione e dotazioni del laboratorio

Il laboratorio di sicurezza – livello di sicurezza 3 è progettato per il lavoro con microrganismi del gruppo di rischio 3, e con grandi volumi ed alte concentrazioni di microrganismi del gruppo di rischio 2, condizioni che presentano elevati rischi di aerosol o di infezione.

La sezione sulla progettazione e le dotazioni dei laboratori di base – livelli di biosicurezza 1 e 2 resta valida, eccetto dove modificata come segue.

  1. Il laboratorio deve essere separato dalle aree dell’edificio aperte ai visitatori esterni.
  2. L’ingresso del personale deve avvenire tramite un vestibolo che fa da filtro (sistema di ingresso a doppia porta).
  3. L’accesso al laboratorio deve essere studiato per prevenire l’ingresso di insetti e di altri artropodi.
  4. Le porte devono chiudersi da sé e poter essere chiuse a chiave. Possono essere dotate di un pannello a resistenza limitata da rompere in caso di emergenza.
  5. Le superfici dei pavimenti, dei muri e dei soffitti devono essere resistenti all’acqua e facili da pulire. Le aperture in queste superfici (ad esempio i fori per i passaggi dei tubi) devono essere sigillate per facilitare la decontaminazione degli ambienti.
  6. La stanza del laboratorio deve essere sigillabile per la decontaminazione. Le condotte dell’aerazione devono permettere la disinfezione mediante gas.
  7. Le finestre devono essere chiuse e sigillate.
  8. Vicino a ciascuna uscita deve essere a disposizione un lavandino con rubinetto a pedale o azionabile con il gomito.
  9. Deve esserci un impianto di aerazione che crei flusso d’aria dall’esterno verso l’interno del laboratorio.
  10. Il sistema di aerazione dell’edificio deve essere realizzato in modo tale che l’aria proveniente dl laboratorio di sicurezza non venga fatta ricircolare in altre parti dell’edificio. L’aria in uscita (tranne quella proveniente dalle cappe di sicurezza biologica) deve essere scaricata direttamente all’esterno in modo da disperdersi lontano dagli edifici frequentati e dalle prese d’aria. Si raccomanda di dotare gli scarichi dell’aria di filtri HEPA ("high efficiency particulate air", sistema di filtrazione ad alta efficienza delle particelle in aria).
  11. Le cappe di sicurezza biologica vanno poste lontano dalle zone di passaggio e da correnti d’aria provenienti da porte, finestre e dall’impianto d'aerazione in maniera che non si creino turbolenze che possano interferire con il normale funzionamento delle cappe.
  12. L’aria proveniente dalle cappe di sicurezza biologica classe I o classe II deve innanzitutto passare attraverso i filtri HEPA e successivamente dovrà essere scaricata all’esterno direttamente o attraverso l’impianto di ventilazione dell’edificio.
  13. Nella stanza del laboratorio dovrebbe essere disponibile un'autoclave per decontaminare i rifiuti infetti. Se questi rifiuti devono essere portati in altre parti dell’edificio per il passaggio in autoclave, vanno tenuti in contenitori a prova di perdite dotati di coperchio.
  14. La fornitura idrica deve essere dotata di sistemi che impediscono i flussi di ritorno.
  15. I liquidi di scarico devono essere scaricati direttamente nella fogna.

Attrezzature del laboratorio

Le attrezzature da scegliere sono le stesse che per i livelli di contenimento 1 e 2; oltre alle cappe di sicurezza biologica di classe I o classe II può essere necessaria una cappa di sicurezza biologica di classe III per alcune operazioni su microrganismi del gruppo di rischio 3 (tabella 2)

  

IL LABORATORIO DI MASSIMA SICUREZZA. – LIVELLO DI BIOSICUREZZA 4

Il laboratorio di massima sicurezza – livello di biosicurezza 4 è progettato per svolgere attività con materiali infetti o esperimenti microbiologici che presentano, o sono sospetti presentare, un alto rischio sia per chi lavora in laboratorio, sia per la comunità.

Prima che tale laboratorio sia costruito e reso operativo, si deve richiedere una consulenza approfondita al Servizio di Prevenzione e Protezione. I laboratori di massima sicurezza – livello di biosicurezza 4 operativi devono essere sotto il diretto controllo dell’autorità sanitaria nazionale o di altre autorità sanitarie competenti.

  

INDUMENTI PER LA PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI

Tratto da: "linee guida ISPESL per la scelta e l’impiego di indumenti per la protezione da agenti biologici " (modificato)

Gli indumenti di protezione da agenti biologici (camici con maniche lunghe, completo giacca con maniche lunghe e pantaloni, tuta intera con maniche lunghe) devono essere sempre scelti tenendo conto dell’attività svolta, tuttavia ci sono alcune regole generali a cui attenersi:



THIS PAGE REFERENCES:
©  2000 SPP- Università di Padova - Autori:
Maria Letizia Gabriele, Stefano Piovesan e Raffaele Polato
Ultima versione: luglio 2010
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